Ex Presidente Sony consiglia agli sviluppatori licenziati di guidare Uber

Christopher Deering, ex presidente di PlayStation Europe, sembra essere fiducioso sul futuro dei videogiochi, suggerendo agli sviluppatori licenziati di "guidare Uber" o andare al mare.

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CREDITI: Dreamstime

L’industria dei videogiochi sta vivendo un periodo turbolento per quanto riguarda i licenziamenti degli sviluppatori. Nel 2024, i licenziamenti nel settore hanno superato i 10.000 lavoratori, una cifra allarmante che ha messo in luce la fragilità di questo mercato in continua evoluzione. In questo scenario, le recenti dichiarazioni di Christopher Deering, ex presidente di PlayStation Europe, hanno suscitato accese polemiche, portando molti a interrogarsi sul reale distacco tra dirigenti e lavoratori.

L'ondata di licenziamenti nel settore videoludico

Negli ultimi due anni, il mondo dei videogiochi ha subito una serie di ristrutturazioni che hanno coinvolto grandi aziende e piccoli studi. Solo nel 2023, oltre 10.500 dipendenti hanno perso il lavoro, mentre nel 2024 il numero è già cresciuto, raggiungendo oltre 11.500 persone. Tra le aziende più colpite figurano Sony, che ha recentemente licenziato 220 dipendenti di Bungie, e altri team interni come Firesprite e London Studio.

 

 

Questi licenziamenti non sono circoscritti a Sony. Il fenomeno è esteso a tutto il settore, con diverse realtà costrette a ridimensionare il personale per far fronte a sfide economiche e alle dinamiche di mercato. Per molti osservatori, il problema sembra essere legato alla crescente difficoltà di giustificare i costi di sviluppo di giochi di successo quando i consumatori non rispondono in modo sufficiente agli ultimi prodotti sul mercato.

Le dichiarazioni controverse di Christopher Deering

In questo contesto di incertezza, Christopher Deering, figura di spicco nell’industria, ha espresso una visione che ha lasciato molti di sasso. Durante un’intervista al podcast My Perfect Console, l’ex presidente di PlayStation Europe ha offerto una prospettiva insolita su come i lavoratori licenziati dovrebbero affrontare la crisi.

 

Deering ha infatti suggerito agli sviluppatori di prendersi un anno sabbatico, magari andando in spiaggia o cercando lavori alternativi, come guidare Uber, mentre attendono il ritorno di opportunità nel settore. 

 

 

Il suo consiglio di “trovare un posto economico e andare al mare” è stato percepito come insensibile, soprattutto considerando la gravità della situazione economica di molte famiglie colpite dai licenziamenti.

 

Secondo Deering, i tagli al personale non sono il frutto dell’avidità delle aziende, ma rappresentano piuttosto una fase naturale del ciclo economico del settore. L’ex dirigente ha minimizzato le conseguenze a lungo termine dei licenziamenti, affermando che chi possiede competenze nello sviluppo di videogiochi alla fine troverà nuove opportunità lavorative.

 

L'idea che chi è stato licenziato possa semplicemente aspettare che il mercato migliori, dedicandosi ad attività alternative o trascorrendo del tempo al mare, è stata giudicata non solo insensibile, ma anche poco realistica. La pressione economica, le difficoltà di trovare nuove opportunità e l’incertezza del futuro rendono difficile seguire i consigli di Deering senza provare un senso di frustrazione.

Il futuro dell’industria videoludica

Nonostante le critiche, Deering ha sottolineato il suo ottimismo per il futuro dell’industria videoludica. Secondo lui, il mercato si riprenderà più rapidamente di quanto si possa immaginare e le opportunità per i lavoratori licenziati torneranno presto. Tuttavia, il suo intervento ha sollevato importanti interrogativi sul rapporto tra dirigenti e forza lavoro nel settore dei videogiochi.

 

La situazione in cui viviamo oggi richiede di ponderare in maniera più profonda su come gestire queste crisi e su come proteggere i lavoratori di fronte a ristrutturazioni aziendali che sembrano inevitabili. Mentre il mercato si evolve, è fondamentale trovare un equilibrio che permetta alle aziende di adattarsi alle nuove esigenze senza sacrificare la stabilità e il benessere di chi contribuisce allo sviluppo di giochi e tecnologie che fanno parte della nostra vita quotidiana.

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