Dottor Manga, lo psichiatra che da Messina al Giappone cura gli hikikomori con gli anime e i videogiochi

Il 33enne originario di Messina è diventato famoso per i suoi metodi di cura che, tra le altre cose, includono manga, anime e videogiochi

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CREDITI: Dreamstime

Si chiama Francesco Panto e ha 33 anni, lo psichiatra diventato noto come Dottor Manga che, in Giappone cura i suoi pazienti con le storie tratte da anime e manga. Il Giappone, lo sappiamo, è la terra dei manga ma, anche in un territorio così sensibile al genere, Panto è tra i primi a usare il materiale offerto dai grandi racconti manga per aiutare i suoi pazienti psichiatrici durante le terapie.

Dottor Manga e l’Anime Therapy

Anime therapy, è così che Francesco Panto, il giovane psichiatra italiano, il primo e, ad oggi l’unico, ad aver ottenuto l’abilitazione ad esercitare in Giappone, chiama la sua particolarissima terapia. Panto usa infatti le storie dei personaggi protagonisti di anime e manga per affrontare alcune delle più delicate tematiche psicologiche. Rispetto al suo metodo di cura, Panto ha dichiarato alla Gazzetta del sud che:

 

“Durante i miei anni di studio al dottorato Ph.D. alla “Tsukuba University” con il mio mentore Saito Tamaki , l’inventore della parola giapponese Hikikomori, ho pensato di usare le stesse produzioni come appunto anime, manga e giochi che vengono definite un rischio di isolamento per queste persone, come cura. Dopotutto è la dose che fa il veleno”.

 

Panto ha così iniziato a sperimentare la forza e il potere curativo che hanno le storie che consentono di imparare qualcosa di nuovo su noi stessi e sulle nostre emozioni. Se riesce a farlo la grande letteratura, cosa che diamo quasi per scontata, perché non i manga?

 

 

“La mia idea è di usare queste produzioni principalmente in due modi: nel contesto clinico, durante il “counseling” del paziente. Spesso rendersi conto dei propri problemi può essere difficile, invece proiettandosi in un personaggio di un manga, anime o videogioco, ci si può rendere conto di molte cose. Quindi l’idea è quella di usare questa tecnica di “counseling” prima partendo dalla storia e poi spostando l’attenzione sul paziente”. 

 

Ma, l’aspetto più innovativo della pratica di Dottor Manga, prevede la creazione di un videogioco vero e proprio:

 

“L’altro aspetto è un po’ più futuristico e prevede la messa a punto di un gioco interattivo che “veda” le emozioni del player. Con una parte normale di avventura e una parte di interazione con i personaggi del gioco che funziona un po’ come una seduta dallo psichiatra però in un modo mascherato, nel senso che il player ha l’impressione solo di parlare con il suo personaggio preferito. È un progetto molto calato nel “metaverso “ o realtà virtuale”

 

Chi sono gli Hikikomori e come riescono a comunicare con i videogiochi

Gli hikikomori sono spesso ragazzi giovanissimi che, volontariamente, scelgono di vivere reclusi, isolandosi completamente dalla società e dalle loro famiglie. Il fenomeno, riconosciuto e molto presente in Giappone, è arrivato anche da noi in Italia ma, proprio in Giappone, terra promessa degli sviluppatori e degli scrittori creativi, pare sia stata sviluppata la pratica di cura che riesce a stabilire una connessione con questi giovani e pian piano, portarli verso il mondo esterno. L’idea di fondo di Francesco Panto è in realtà brillante nella sua semplicità. Gli hikikomori vivono circondati dalle storie dei manga, degli anime e dei videogiochi online al punto che spesso, sono il loro unico strumento di comunicazione. 

 

Panto ha quindi intuito che, nel percorso di cura, sarebbe stato molto più vantaggioso utilizzare il linguaggio degli hikikomori per approcciare a situazioni così complesse, invece di demonizzare i loro mezzi di intrattenimento e, spesso, di sopravvivenza. Manga, anime, giochi, vendono dunque trattati come un vero e proprio linguaggio, un nuovo modo di leggere la persona partendo dalla sue passioni, creando così una safe zone che consente di affrontare anche le tematiche psicologiche più intime e complesse. I manga, proprio come i videogiochi, sono infatti ricchi di storie e personaggi dalla straordinaria profondità e, non di rado, nelle storie, sono presenti giovani che vivono importati disagi, problematiche psicologiche e del comportamento in cui gli hikikomori, o i giovani in generale, possano riconoscersi. La consapevolezza è infatti considerata il primo passo del percorso di cura.

 

Francesco Panto, il futuro di Dottor Manga

Nella stessa intervista riportata da Gazzetta del Sud, Panto ha anche parlato del suo futuro e di cosa desidera. Forte dell’esperienza in Giappone a quanto pare, desidera aggiungere un nuovo tassello al suo percorso professionale:

 

“Sono stato il primo italiano e ancora l‘unico ad avere la licenza medica giapponese. Esercito come psichiatra a tempo pieno in un Policlinico universitario prestigioso come la “Keio University” e ho un dottorato alla “Tsukuba University”. Però uno dei miei più grandi sogni nel cassetto è quello di unire la mia attività di medico con quella di scrittore creativo. Una strada nuova, che oltrepassa la medicina, piena di sfide ma la percorrerò” 

 

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