GameNGen: l’esperimento di Google che ricrea i videogiochi con l'IA

GameNGen è l'esperimento di Google che utilizza l'IA per creare frame di gioco partendo dagli impulsi del giocatore, tanto potente da aver ricreato Doom.

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Google ha recentemente fatto un passo avanti nel mondo della simulazione videoludica con l'annuncio di GameNGen, un'innovativa IA sperimentale capace di ricreare il gameplay di giochi iconici come Doom. Questo progetto rappresenta un nuovo orizzonte per l'utilizzo dell'intelligenza artificiale nella creazione e simulazione di ambienti di gioco, aprendo a possibilità rivoluzionarie per lo sviluppo e la modifica di videogiochi in futuro, o forse un nuovo modo per mettere gli sviluppatori alla porta?

La tecnologia dietro GameNGen

GameNGen, che può essere pronunciato come Game Engine, si basa su un adattamento di Stable Diffusion v1.4, un modello di intelligenza artificiale open-source originariamente progettato per generare immagini a partire da descrizioni testuali. Google ha ben pensato di modificare questo sistema in modo che potesse creare un frame di gioco non da una descrizione, ma dall'input del giocatore (come una pressione di tasto di un joypad o il clic del mouse) e dai frame precedenti del gioco.

 

 

Per addestrare l'IA a comprendere le dinamiche di gioco, Google ha utilizzato un agente di gioco alimentato da apprendimento per rinforzo (RL), che ha racimolato al suo interno quasi 900 milioni di frame di gioco e le corrispondenti azioni compiute. Il gran  finale è stato sorprendente: l'IA è in grado di simulare in modo accurato lo stato complesso di un videogioco, in questo caso Doom, tenendo traccia della salute del giocatore, degli oggetti raccolti e delle interazioni in-game.

 

Secondo Google, in test condotti con giudici umani, i partecipanti hanno preferito i clip generati da GameNGen rispetto ai video del gioco reale nel 40% dei casi, un risultato impressionante considerando la natura simulata dell'IA.

Un nuovo paradigma per lo sviluppo di videogiochi

L'aspetto più intrigante di GameNGen non risiede solo nella capacità di simulare videogiochi già esistenti, ma nelle potenziali applicazioni future. Il team di Google ha infatti dichiarato che questo metodo sarebbe un possibile aiuto per rendere lo sviluppo di videogiochi meno costoso e più accessibile. Grazie a tecniche simili, sarebbe possibile creare nuovi giochi o livelli semplicemente tramite descrizioni testuali o immagini di esempio, senza la necessità di programmare interi codici.

 

Questa visione a lungo termine include anche la possibilità di modificare giochi esistenti o di introdurre comportamenti nuovi per personaggi già conosciuti, solo partendo da semplici immagini o da un set di frame di gioco. Ciò non solo ridurrebbe i costi di sviluppo, ma potrebbe anche garantire un controllo superiore su aspetti tecnici come il framerate e l'uso della memoria del sistema.

Sfide tecniche e successi di GameNGen

Questa IA inizialmente ha presentato alcuni problemi tecnici durate il suo utilizzo. Il modello infatti tendeva a soffrire di "accumulo di errori" e di una rapida degradazione della qualità dei frame generati. Questo fenomeno è stato risolto introducendo rumore nei dati di addestramento, permettendo al modello di apprendere come correggere le proprie previsioni e migliorare la qualità delle immagini generate.

 

L'architettura di GameNGen rappresenta un'evoluzione rispetto ai modelli generativi precedenti, dimostrando che, anche utilizzando versioni open-source come Stable Diffusion, è possibile ottenere risultati di altissimo livello. La comunità tech ha particolarmente apprezzato questa dimostrazione di come modelli aperti possano ancora essere fondamentali per innovazioni anche in grandi aziende come Google.

 

Nonostante il codice di GameNGen non sia stato rilasciato pubblicamente, Google ha reso disponibili i pesi del modello Stable Diffusion su cui si basa, offrendo ai ricercatori e agli sviluppatori l'opportunità di esplorare ulteriormente queste possibilità.

 

GameNGen rappresenta un cambiamento di paradigma nel modo in cui pensiamo alla creazione e alla modifica dei videogiochi. Se Google riuscirà a superare le sfide tecniche e a implementare questa tecnologia su larga scala, potremmo presto trovarci di fronte a un'era in cui lo sviluppo di giochi sarà alla portata di un numero sempre maggiore di persone, con costi ridotti e una maggiore accessibilità. L'idea di poter creare mondi virtuali complessi semplicemente descrivendoli potrebbe trasformare radicalmente l'industria videoludica, rendendo la creatività e l'innovazione le vere protagoniste del futuro.

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